La Traviata di Giuseppe Verdi debutta sul palco del massimo teatro pisano nella nuova produzione del Teatro di Pisa con la Fondazione Pergolesi Spontini che riprende uno degli allestimenti più celebri, quello ‘degli specchi’, e più rappresentati dal 1992, anno della sua ideazione per lo Sferisterio di Macerata.
Secondo titolo della Stagione operistica 2024/25, La Traviata sarà in scena venerdì 6 alle 20.30 e domenica 8 alle 15.30 con la regia di Henning Brockhaus e la direzione musicale di Nir Kabaretti sul podio dell’Orchestra Arché. Il grande richiamo di questo titolo, tra i più rappresentati al modo, ha fatto registrare già da settimane il tutto esaurito per entrambe le recite.
Il dramma d’amore di Violetta Valery e di Alfredo Germont avrà la sua anteprima mercoledì 4 alle 16, nella Prova Generale aperta alle scuole.
In attesa nella Prima, giovedì 5 dicembre, la Fondazione propone al pubblico un pomeriggio con due appuntamenti a ingresso gratuito, il primo dei quali per ricordare i 120 anni dalla intitolazione del Teatro di Pisa a Giuseppe Verdi, avvenuta nel 1904.
Profumo di Verdi… già tutti i sensi m’inebbriò è il progetto di arredo olfattivo che il Teatro Verdi ha ideato in collaborazione con Erbario Toscano, azienda creativa di profumi e ambasciatrice nel mondo del life style toscano. Profumo di Verdi sarà presentato alla stampa e al pubblico alle 17 nel Foyer dal presidente Diego Fiorini e dal direttore creativo di Erbario Toscano Egisto Bertozzi. Il pubblico potrà partecipare all’esperienza sensoriale di Tabacco Cashmere, la profumazione che per tutta la Stagione 2024/25 connoterà il Teatro con l’avvolgente fragranza di sigaro di tabacco toscano unito alle note sensuali e dolci dei legni ambrati. Seguirà un brindisi offerto dalla Fondazione Teatro di Pisa.
Alle 18 è invece in programma la Guida all’Opera, il tradizionale momento di approfondimento che, condotto dal direttore artistico Cristian Carrara accompagnerà il pubblico all’ascolto della Traviata attraverso il racconto di aneddoti e di curiosità, brani musicali, l’incontro con i protagonisti in scena. Saranno presenti il regista Henning Brockhaus e il direttore Nir Kabaretti.
Venerdì 6 dicembre, La Traviata di Giuseppe Verdi torna per la 98esima volta sul palco di Pisa - la prima si data il 15 marzo 1882, l’ultima nel 2021 (la prima assoluta ebbe luogo alla Fenice di Venezia il 23 marzo 1853). Il melodramma in tre atti composto da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave e ispirato al romanzo La signora delle Camelie di Alexandre Dumasfiglio si presenta ora al pubblico pisano nella nuova produzione realizzata da Fondazione Teatro di Pisa e Fondazione Pergolesi Spontini che riprende lo storico allestimento con le scenografie ‘degli specchi’ ideate da Josef Svoboda (riprese da Benito Leonori), la regia di Henning Brockhaus, i costumi di Giancarlo Colis, le coreografie di Valentina Escobar, le luci di Michele Della Mea.
Il soprano spagnolo Ruth Iniesta, tra i talenti più importanti della nuova generazione di cantanti, interpreta Violetta Valery, il tenore Paolo Lardizzone, apprezzato interprete di ruoli verdiani, sarà Alfredo Germont, mentre il baritono Simone Piazzola, veterano del ruolo, sarà Giorgio Germont. Nel cast anche Elena Belfiore (Flora Bervoix), Ilaria Casai (Annina), Francesco Napoleoni (Gastone), Tommaso Corvaja (Barone Douphol), Giorgio Marcello (Marchese d’Obigny), Alessandro Ceccarini(Dottor Grenvil), Tommaso Tomboloni (Giuseppe), Marco Innamorati (Un domestico/Un commissario). Tra i protagonisti di questa produzione anche il Coro Arché istruito da Marco Bargagna.
“In questo allestimento – spiega il regista Henning Brockhaus - il tempo dell’azione si svolge intorno al 1900. Le ragioni sono di ordine estetico e sociale: la moda dell’epoca è molto più sensuale e raffinata di quella di vent’anni prima e l’opulenza e la decadenza sociali sono storicamente delineate con chiarezza. I costumi sono ispirati alla pittura di Giovanni Boldini, il cantore del bel mondo femminile parigino di fine secolo; abiti impalpabili, personaggi poco vestiti o vestiti molto leggermente perché qui in verità non si tratta di un banchetto in una abitazione signorile ma del salotto della più bella prostituta di Parigi”.
“Dal punto di vista della scenografia – prosegue Brockhaus -, l’unico impianto fisso è un enorme specchio che da un lato limita e concentra l’azione su un punto focale, dall’altra funziona come rispecchiamento e straniamento della verità di un dramma che è tale in quanto riflette per l’ennesima volta il sacrificio di una creatura quale esito tragico del voyeurismo erotico maschile. Lo specchio, dunque, riflette l’azione scenica. Le singole scene sono invece dipinte su grandi teli che giacciono a terra come enormi tappeti sopra i quali si muovono gli attori; un collage di varie pitture con motivi erotici tratti da stampe dell’epoca”.
La Traviata
Melodramma in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
Rappresentante Casa Ricordi - Milano
Prima rappresentazione Venezia, Teatro La Fenice, 6 marzo 1853
Direttore Nir Kabaretti
Regia e Luci Henning Brockhaus
Scene Josef Svoboda riprese da Benito Leonori
Light designer Michele Della Mea
Costumi Giancarlo Colis
Coreografie Valentina Escobar
Personaggi e interpreti
Violetta Valéry Ruth Iniesta
Alfredo Germont Paolo Lardizzone
Giorgio Germont Simone Piazzola
Flora Bervoix Elena Belfiore
Annina Ilaria Casai
Gastone Francesco Napoleoni
Barone Douphol Tommaso Corvaja
Marchese d'Obigny Giorgio Marcello
Dottor Grenvil Alessandro Ceccarini
Giuseppe Tommaso Tomboloni
Domestico/Commissario Marco Innamorati
Orchestra e Coro Arché
Maestro del Coro Marco Bargagna
Nuova Produzione
Coproduzione Fondazione Teatro di Pisa e Fondazione Pergolesi Spontini (Jesi)
Allestimento Fondazione Pergolesi Spontini
Il Maestro Marco Tutino è il nuovo direttore artistico del Teatro Verdi di Pisa
Il Maestro Marco Tutino è il nuovo direttore artistico della Fondazione Teatro di Pisa per il triennio 2025-2027. La nomina è stata deliberata dal Consiglio di Amministrazione presieduto da Diego Fiorini.
Il Maestro Tutino è il vincitore della selezione indetta dalla Fondazione alla fine di ottobre alla quale hanno partecipato oltre 50 candidati.
“Il Maestro Tutino – dichiara il presidente Diego Fiorini – sarà per il nostro teatro una grande opportunità: porterà un respiro internazionale e metterà al servizio le sue straordinarie competenze maturate in molti anni nei teatri più importanti d’Italia. Il Maestro da subito ha dichiarato di voler stringere con il teatro e le sue maestranze un rapporto di sinergia artistica per regalare al nostro pubblico spettacoli di grande valore artistico e di indiscussa bellezza. La sua riconosciuta esperienza nella formazione è in sintonia con il mio pensiero e con lo spirito del mio mandato. Siamo molto orgogliosi di averlo nella nostra squadra e siamo sicuri che contribuirà ad arricchire l’offerta creativa e culturale della nostra città”.
Marco Tutino è nato a Milano nel 1954. Parallelamente agli studi classici, nel Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano consegue i diplomi in Flauto e in Composizione. Esordisce come compositore nel 1976 partecipando al Festival Gaudeamus in Olanda. Da allora la sua musica viene programmata ed eseguita con grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo dalle più prestigiose istituzioni concertistiche e sinfoniche e nei principali Teatri d'Opera.
È stato Direttore Artistico dei Pomeriggi Musicali di Milano, del Teatro Regio di Torino, Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro Comunale di Bologna e consulente artistico e compositore residente alla Fondazione Arena di Verona.
È il fondatore della scuola dell’Opera italiana, l’accademia di alto perfezionamento delle professioni del teatro lirico, che ha lo scopo di insegnare e tramandare lo stile italiano dell’arte lirica e di investire sulle giovani generazioni.
È stato inoltre presidente dell’Anfols, l’associazione che riunisce tutte le fondazioni liriche italiane e ha fatto parte della commissione musica del Ministero dei beni e attività culturali, in qualità di consulente per la Lirica.
La sua attività di compositore, come si legge nella sua biografia, inizia con Pinocchio, la sua prima opera, commissione della I.C.O.S.S. di Vienna e Opera di Genova. Seguiranno , tra le altre: Cirano (con la regia di Gabriele Salvatores, riallestito nel 1990 all’Arena di Verona), La Lupa (per il Centenario Mascagnano di Livorno) il dramma concertante Vite immaginarie (Comunale di Bologna) Federico II (commissionata dall’Opera di Bonn), Il gatto con gli stivali, Dylan Dog e Peter Uncino (commissionate dalla Fondazione Arena di Verona), Vita (commissione del Teatro alla Scala), Le Bel indifférent (commissione del Macerata Opera Festival), La bella e la bestia (commissione del Comunale di Modena), The Servant (commissione Macerata Opera Festival), Senso (commissione del Teatro Massimo di Palermo. In seguito, il Maestro ha composto Le Braci (commissione del Teatro dell’Opera di Firenze e del Festival della Valle d’Itria) La Ciociara (commissione del San Francisco Opera House) Miseria e Nobiltà (commissione del Teatro Carlo Felice di Genova), e Falscher Verrat, commissionata dal Teatro dell’Opera di Kiel.
VerdiFormazione, il Teatro di Pisa riapre la stagione dei corsi di recitazione per tutte le età
Il 5 novembre iniziano i corsi per bambini dai 3 ai 10 anni e debutta la nuova collaborazione con il Teatro del Ghigno
Il 12 novembre ritornano i corsi per adolescenti, universitari e adulti con i formatori del Fare Teatro
Al Teatro Verdi ripartono i Corsi di Recitazione per tutte le età. Da quest’anno la Fondazione Teatro di Pisa apre una nuova pagina nella Formazione con la nascita di Verdiformazione, il palinsesto di corsi e lezioni dedicati ai mestieri e alle professioni teatrali.
Quello dedicato alla recitazione è il primo di un carnet di percorsi che il Verdi intende avviare e offrire a tutti coloro che desiderano avvicinarsi al Teatro per passione, diletto o con la determinazione di farne una professione.
I corsi di recitazione 2024/25 proseguono, da un lato, la trentennale esperienza del Fare Teatro del Verdi, che ha formato a quest’arte molte generazioni di attori, di spettatori, di cittadini e gli stessi docenti di oggi, e, dall’altro, promuovono una nuova collaborazione con l’associazione Teatro del Ghigno Aps, rinomata realtà con importanti collaborazioni artistiche a livello nazionale.
Bambini 3-10 anni: dal 5 novembre, il martedì e mercoledì, nel Ridotto del Teatro Verdi, si tengono i corsi condotti da Paola Maccario, Lucia Frandi, Barbara Passeri e Giuseppe Amendola, professionisti del Teatro del Ghigno.
Queste le proposte: Propedeutica Teatrale con GiocAttori 1 (bimbi dai 3 ai 5 anni, ogni mercoledì ore 17-18) e GiocAttori 2 (bimbi dai 6 ai 7 anni ogni mercoledì ore 18-19), e Ti Conosco Mascherina!, un viaggio nella commedia dell’arte (bimbi dagli 8 ai 10 anni ogni martedì ore 17-19).
Adolescenti, Universitari e Adulti: dal 12 novembre, prendono il via i corsi condotti da Luca Biagiotti, Cristina Lazzari, Franco Farina e Federico Guerri, formatori del Fare Teatro del Verdi.
I corsi si terranno nella nuova sede messa a disposizione dal Comune di Pisa in via Fratelli Antoni 1, dove si trova la Circoscrizione 4.
Queste le proposte: Costruttori di sogni (dagli 11 ai 13 anni, ogni martedì ore 17-19), I livello Recitazione (dai 14 ai 19 anni, ogni martedì e giovedì ore 15-17), II livello Recitazione (cui si accede su indicazione dei docenti); La Valigia dell’Attore 1 (universitari e adulti senza limiti di età, ogni martedì ore 19.30-21.30 oppure ogni sabato ore 10.30-12.30), e La Valigia dell’Attore 2 (cui accede chi ha frequentato La Valigia 1).
È possibile richiedere due lezioni di prova scrivendo a formazione@teatrodipisa.pi.it
Come partecipare:
Le iscrizioni sono aperte fino al 31 dicembre 2024.
Per prendere parte ai corsi è necessario compilare l’apposito modulo che potrà essere ritirato in Teatro o richiesto via mail scrivendo all’indirizzo di posta elettronica formazione@teatrodipisa.pi.it.
L’accesso ai Corsi non prevede criteri di ammissione, eccetto che per il II Livello e La Valigia dell’Attore 2. L’iscrizione è subordinata al pagamento di una retta annuale. Le lezioni si terranno con cadenza settimanale e si concluderanno con la messa in scena di uno spettacolo in Teatro.
Al Teatro Verdi la Stagione di Prosa inaugura (il 16/11) con Il fu Mattia Pascal nel nuovo adattamento firmato da Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses
Campagna Abbonamenti da record e biglietti quasi esauriti
Riprende la tradizione degli incontri con le Compagnie: in collaborazione con l’Università di Pisa debuttano le Conversazioni in Teatro. La prima: sabato 16 alle 17.30 (ingresso libero)
Con il dato record di 1096 abbonamenti (tra rinnovi e nuove sottoscrizioni) - + 8,4% in più rispetto alla Campagna 2023-24 – il Teatro Verdi apre il sipario sulla nuova Stagione di Prosa (realizzata in collaborazione con FTS - Fondazione Toscana Spettacolo) che accompagnerà il pubblico da ora ad aprile 2025. Inaugura la Stagione, sabato 16 novembre alle 21 (replica domenica 17 ore 17), un grande classico della letteratura italiana e mondiale, Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello nel libero adattamento firmato da Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses.
Questo titolo, esito di una coproduzione firmata Gitiesse Artisti Riuniti, Fondazione Teatro della Toscana, United Artists e acclamato al suo debutto in prima nazionale nel mese di ottobre in Umbria, è prossimo al tutto esaurito per le due date pisane.
Geppy Gleieses, nel ruolo del protagonista, sarà affiancato sul palco da Marilù Prati. Con loro anche Nicola Di Pinto, Totò Onnis, Roberta Lucca, Giada Lorusso, Ciro Capano, Teo Guardini, Francesco Cordella, Davide Montalbano, Francesca Iasi. Scenografia e luci sono di Gianni Carluccio, i costumi di Chiara Donato, le musiche di Andrea Rocca, i contributi video di Luca Condorelli – vertov.
La nuova Stagione di Prosa del Teatro Verdi è segnata dalla ripresa di una tradizione: gli incontri con le Compagnie prima delle messe in scena degli spettacoli. Quest’anno, la Fondazione Teatro di Pisa si avvale della collaborazione dell’Università di Pisa i cui docenti condurranno le Conversazioni in Teatro, un palinsesto di incontri e approfondimenti prima di ogni recita. Il primo, naturalmente dedicato al Fu Mattia Pascal, vedrà la partecipazione di Geppy Gleijeses assieme alla compagnia di attori e di Francesca Fedi, docente di Letteratura teatrale italiana: l’appuntamento è nel Ridotto del Teatro Verdi sabato 16 novembre alle 17.30 (ingresso libero fino a esaurimento posti).
Pubblicato dapprima a puntate sulla rivista Nuova Antologia (1904), Il fu Mattia Pascal è tra i romanzi più celebri di Luigi Pirandello e uno dei suoi titoli teatrali di maggior successo. L’identità individuale, quella di Mattia Pascal e del suo alter ego Adriano Meis, è il tema dominante. Il bibliotecario Mattia Pascal si sente prigioniero di una vita appesantita da ruoli sociali e convenzioni. Creduto morto, ne approfitta per cambiare la propria identità e fuggire dalla realtà per costruirne una a sé più congeniale. Ma il sogno diventerà un nuovo incubo. Una serie di circostanze lo indurranno difatti a ‘morire’ per la seconda volta e a riappropriarsi della sua vera identità. Tornato a casa, tuttavia, non vi sarà riammesso, perché per la società e per la famiglia egli è morto davvero. Riprenderà quindi a lavorare nella biblioteca di Boccamazza portando di tanto in tanto fiori alla propria tomba. Quale prova più scintillante del sentimento del contrario? Disonestà e purezza, vita-morte nel grande caleidoscopio della certezza sociale, che bolla come sicuro quello che non esiste e come inesistente quello che vive.
“Il fu Mattia Pascal – scrive Marco Tullio Giordana nelle sue note di regia - , pubblicato nel 1904, è il romanzo che diede a Pirandello fama mondiale e che, in continuità con Wilde, Dostojevski, Stevenson e contemporaneamente a Conrad, Freud, Kafka, farà dilagare nella letteratura del Novecento il tema del Doppio, del Doppelgänger, in modo così invadente da spazientire Nabokov che lo considerava «di una noia mortale». In realtà nel romanzo seminale di Pirandello le vicissitudini di Mattia Pascal e del suo specchio Adriano Meis sono il contrario della noia: tanti sono i colpi di scena, e lo spazio/tempo dove si consumano in continue sovrapposizioni, da suggerire nella riduzione per la scena una chiave non realistica e indurre la macchina teatrale a mescolarsi col linguaggio parallelo del cinema, sviluppatosi anch’esso agli inizi del “secolo breve””.
Andrea Chénier apre la Stagione 2024/25 del Teatro Verdi
Il titolo più noto di Umberto Giordano ritorna dopo dieci anni nel massimo teatro pisano per la serata inaugurale del 25 ottobre
Il presidente Diego Fiorini: “Orgogliosi di offrire alla città una grande coproduzione. Felici dei risultati della campagna abbonamenti”
Con la regia di Andrea Cigni e la direzione musicale di Francesco Pasqualetti debutto assoluto di una nuova importante coproduzione del Teatro di Pisa con sei teatri italiani di Tradizione
ANDREA CHÉNIER
Dramma d’ambiente storico in quattro quadri
Libretto Luigi Illica
Musica Umberto Giordano
Casa Musicale Sonzogno di Pietro Ostali Milano
Prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 28 marzo 1896
Personaggi e interpreti
Andrea Chénier Angelo Villari
Maddalena di Coigny Maria Teresa Leva (25/10) Federica Vitali (27/10)
Carlo Gérard Angelo Veccia (25/10) Kim Gangsoon (27/10)
Bersi Shay Bloch
La Contessa di Coigny/Madelon Alessandra Palomba
Roucher Alessandro Abis
Mathieu/Fléville Fernando Cisneros
Un incredibile/L’abate poeta Marco Miglietta
Schmidt/Fouquier Gianluca Lentini
Il Maestro di Casa/Dumas Giorgio Marcello
Direttore Francesco Pasqualetti
Regia Andrea Cigni
Scene Dario Gessati
Costumi Chicca Ruocco
Luci Fiammetta Baldiserri e Oscar Frosio
Coreografie Isa Traversi
Orchestra Filarmonia Veneta
Coro Arché
Maestro del Coro Marco Bargagna
Nuova Produzione e Allestimento
Coproduzione Fondazione Teatro di Pisa, Teatro Sociale di Como AsLiCo, Fondazione del Teatro Grande di Brescia, Fondazione Teatro Fraschini (Pavia), Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli - Cremona, Teatro Sociale di Rovigo, Azienda Teatro del Giglio (Lucca)
Grandioso e monumentale, drammaticamente sospeso tra amore e morte nella cruda cornice della Rivoluzione Francese che mostra il vero volto del giacobinismo, l’Andrea Chénier di Umberto Giordano è il titolo con cui il Teatro di Pisa inaugura venerdì 25 ottobre alle 20.30 (seconda recita domenica 27 alle 15.30) la stagione Lirica 2024/25.
L’opera che segnò il riscatto del compositore foggiano dai precedenti insuccessi ed entrò immediatamente nel repertorio dopo la sua prima rappresentazione alla Scala nel 1896, è una nuova grande prova per il Verdi che propone in prima assoluta sul proprio palco i frutti di una eccezionale coproduzione, di cui è capofila, con altri sei teatri italiani di tradizione (Rovigo, Cremona, Pavia, Lucca, Como, Brescia).
Nell’anno in cui ricorrono i 160 anni dalla sua fondazione (era il 1864), il Teatro di Pisa apre nelle migliori prospettive la Stagione Lirica 2024/25 segnata, alla chiusura della campagna abbonamenti, da una crescita senza precedenti in termini di sottoscrizioni. Oltre alle conferme della passata stagione e alla presenza di una consolidata compagine di abbonati storici, la campagna abbonamenti si è chiusa il 10 ottobre con un + 19% rispetto al 2023/24, superando in numeri assoluti l’ultimo decennio pre-Covid.
Presente in 14 stagioni del Verdi a partire dal 1917, l’Andrea Chénier è stato qui rappresentato in 41 recite da allora; l’ultima nel 2014. Tra i grandi interpreti sul palco del massimo teatro pisano si ricordano Beniamino Gigli (1939) e Carlo Bergonzi (1957) nel ruolo di Chénier, Elisa Gatti Porcinai (1931 e 1939), Lina Bruna Rasa (1934) e Marcella De Osma (1967) in quello di Maddalena. Alla direzione si alternarono, tra gli altri, grandi direttori come Guido Farinelli(1917), Enrico Pessina (1952), Arturo Lucon (1948), Ferruccio Scaglia (1977).
Ricostruzione storica, verismo e dramma intimo, tematiche universali e senza tempo caratterizzano nella nuova produzione al suo debutto a Pisa la regia di Andrea Cigni - origini livornesi, ora Soprintendente al Ponchielli di Cremona - che dopo molti anni da Paride ed Elena di Gluck, Romeo e Giulietta di Gounod e Pia De’ Tolomei di Donizetti torna a firmare una regia lirica per il Verdi. Per la seconda volta consecutiva, dopo il Barbiere di Siviglia del 2023, chiamato a dirigere il titolo inaugurale della Stagione è il Maestro Francesco Pasqualetti, direttore pisano con esperienze in teatri italiani e internazionali. Con lui in buca l’Orchestra Filarmonia Veneta. La componente pisana è inoltre rappresentata dal Coro Arché istruito dal Maestro Marco Bargagna.
Sono 180 i costumi, 12 gli interpreti suddivisi in due recite, 48 gli elementi dell’orchestra, 36 quelli del coro, 31 le figure professionali tra direttori di scena, assistenti a regia, luci, sarti, truccatori, parrucchieri, maestri di sala e di palcoscenico, ballerini e figuranti che, oltre alle maestranze del teatro pisano, collaborano a questa imponente produzione.
Firmano il nuovo allestimento altri nomi assai noti del panorama teatrale: Dario Gessati (Scene), Chicca Ruocco(Costumi), Fiammetta Baldiserri e Oscar Frosio (Luci), Isa Traversi (Coreografie).
Anche il cast presenta artisti di esperienza, come il tenore Angelo Villari al suo debutto nel ruolo del titolo, le soprano Maria Teresa Leva (il 25/10) e Federica Vitali (il 27/10) nei panni di Maddalena, i baritoni Angelo Veccia (25/10) e Kim Gangsoon (27/10) in quelli di Gérard. Negli altri ruoli: Shay Bloch (Bersi), Alessandra Palomba (La contessa di Coigny e Madelon), Alessandro Abis (Roucher), Fernando Cisneros (Mathieu e Fléville), Marco Miglietta (Un incredibile e l’Abate), Gianluca Lentini (Schmidt e Fouquier), Giorgio Marcello (Il Maestro di Casa e Dumas).
Il Teatro di Pisa propone due appuntamenti, entrati nella sua tradizione, precedenti alla Prima. Mercoledì 23 ottobre alle 16 è in programma la Prova Generale dedicata alle Scuole superiori, giovedì 24 ottobre alle 18, invece, nel Ridotto il direttore artistico Cristian Carrara, proporrà al pubblico brani e arie celebri, curiosità e aneddoti sulla genesi e la composizione dell’Andrea Chénier, approfondendo, nella tradizionale Guida all’Opera la trama, i personaggi e gli aspetti musicali del titolo in scena. L’ingresso è libero; seguirà un aperitivo gentilmente offerto da Aurora Catering.
I biglietti per le recite di venerdì 25 ore 20.30 e domenica 27 ore 15.30 sono in vendita al Botteghino del Teatro di Pisa oppure attraverso il servizio telefonico (050.941188); online su www.vivaticket.com (in questo caso non sono applicabili sconti). Nella giornata dello spettacolo la biglietteria sarà aperta anche a partire da un’ora prima della relativa recita.
Andrea Chénier, la storia
Concepita secondo i canoni del verismo musicale con protagonista un poeta realmente vissuto, quest’opera assicurò successo e fama a Umberto Giordano.
Ambientata a Parigi tra la Rivoluzione francese e il Terrore, la storia racconta la tragedia amorosa di Maddalena, contessina di Coigny, e il poeta Andrea Chénier. I due si conoscono nel 1789 a un ballo nella casa della donna, quando avviene che il cameriere Gérard irrompe alla testa di una folla di diseredati, gridando la propria ribellione. Anni dopo, mentre infuria il Terrore, amareggiato e deluso dagli eccessi della Rivoluzione, Chénier apprende di essere ricercato. Maddalena frattanto, rimasta orfana e in povertà, lo cerca chiedendo la sua protezione. Di lei è innamorato anche Gérard che, divenuto luogotenente di Robespierre, vorrà dapprima togliere di mezzo Chénier ma successivamente cederà alle preghiere di Maddalena provando a salvargli la vita. È oramai troppo tardi, lo spirito del Terrore infuria e i giacobini hanno mostrato il loro vero volto: Chénier sarà ghigliottinato e con lui Maddalena che, sostituitasi a una condannata, vorrà andare sul patibolo per morire assieme al suo amato.
La conferenza stampa – Le dichiarazioni
Diego Fiorini, presidente Fondazione Teatro di Pisa
“Aprire la Stagione con un titolo del grande repertorio come l’Andrea Chénier di Umberto Giordano è per il nostro Teatro una grande scommessa che coincide con la dimostrazione di un significativo impegno nella sua produzione.
Lo Chénier è difatti un grande spettacolo che prevede un impegno straordinario: il fatto che in scena si vedranno 180 costumi dà perfettamente l’idea dell’importanza di questa produzione. Ancora di più ci piace sottolineare il ruolo del Teatro di Pisa che è capofila di una produzione che impegna in un grande sforzo altri sei teatri italiani di tradizione. Da settimane artisti, team creativo, professionisti, maestranze sono impegnate in un lavoro che arriverà sulle scene di altri teatri nazionali. C’è un’aria di grande fermento e di grande lavoro in questi giorni in ogni spazio del nostro teatro, dagli uffici alla biglietteria. Un bellissimo modello di lavoro corale, insomma. E questo è solo l’inizio di un ritorno al teatro produttivo, a quel teatro che valorizza creatività, artigianato, studio e sacrificio e che è anello fondamentale di ogni società sotto il profilo culturale ma anche in termini di impatto sociale e indotto economico”.
Filippo Bedini, assessore alla Cultura del Comune di Pisa
“L’apertura della Stagione Lirica del teatro cittadino è un po’ come il primo giorno di scuola, un momento che segna la ripresa delle attività, ma anche per fare il punto su quanto è stato fatto e quanto ancora c’è da fare.
In questo anno il Comune è stato particolarmente vicino al Teatro Verdi, nominando al suo vertice un uomo di teatro, con il preciso compito di prendersene cura da vicino e di renderlo il motore culturale principale della nostra città, accreditandolo ancora di più a livello nazionale. Sono stati eseguiti lavori di manutenzione straordinaria importanti e altri sono in corso, come quelli sulla facciata. Altri lavori sono in programma, a testimonianza della grande attenzione per il Teatro anche come struttura.
Sotto il profilo della stagione artistica, riportare dopo dieci anni un titolo di ambiente storico come l’Andrea Chénier ha un impatto significativo sotto tutti i punti di vista, a cominciare dal contenuto, più attuale di quanto si possa pensare. L’ambientazione all’epoca della Rivoluzione Francese offre difatti diversi spunti di riflessione e prospettive per una lettura corretta di questa pagina di storia. Per gli aspetti legati alla produzione, ancora una volta il Teatro Verdi è capofila in una produzione di alto livello, sia per l’opera in sé che per la grandiosità della produzione stessa e della messa in scena.
Per noi è quindi motivo di orgoglio e un segnale che ribadisce il ruolo centrale dal punto di vista culturale dell’opera lirica.
Applaudiamo infine al bellissimo risultato della campagna abbonamenti, che premia il teatro nella sua proposta sia operistiche che di prosa, grazie soprattutto al lavoro di tutti i dipendenti.
Mi auguro che tra i tanti nuovi abbonati ci siano anche giovani, perché quello del coinvolgimento dei giovani, nella fruizione non soltanto degli spettacoli di prosa, ma anche per la lirica è la prossima sfida che ci attende.
Cristian Carrara, direttore artistico Fondazione Teatro di Pisa
“Non era scontato raggiungere in tre anni un numero così elevato di abbonati, uno dei più alti degli ultimi decenni, e dopo la stagione pandemica che abbiamo vissuto. Segno che il lavoro fatto in questi tre anni ha visto il pubblico interessarsi sempre di più alla nostra programmazione. Non può che far piacere. Iniziamo con Andrea Chénier, una stagione che affianca titoli celebri ad altri capolavori, meno noti. Con lo Chénier, opera imponente e piena di suggestioni, iniziamo la nostra Stagione vivendola come un’autentica scoperta. Perché l’Opera Lirica è scoperta, di capolavori certo ma, attraverso questi, anche di noi stessi”.
Francesco Pasqualetti, direttore d’orchestra
Quando Umberto Giordano scrive Andrea Chénier è un giovane compositore di 29 anni in cerca della definitiva affermazione. Ha composto già tre opere che hanno avuto un successo altalenante e sa che l’opportunità di scrivere Andrea Chénier per il Teatro alla Scala di Milano è probabilmente la carta più importante che gli offre il destino per sancire la sua consacrazione o meno come compositore.
Ciò che impressiona ancora oggi è come il giovane compositore sia padrone del linguaggio musicale a lui contemporaneo. Giordano con lo Chénier sembra volersi giocare il tutto per tutto e con il linguaggio meraviglioso e simbolico della musica ci comunica una grande verità: per Chénier e Maddalena amore e morte coincidono. Così ha stabilito il destino per loro”.
Andrea Cigni, regista
“Nel lavoro di regia su Andrea Chénier ho cercato di far dialogare la dimensione sociale con quella intima, dando vita ai personaggi con profondità e realismo. Il contrasto tra le classi sociali, sconvolte dalla Rivoluzione Francese, è centrale, ma viene vissuto attraverso le emozioni e i conflitti personali dei protagonisti.
La scenografia assume un ruolo chiave nel raccontare questa evoluzione: inizialmente, si presenta con un’immagine quasi oleografica e idealizzata del mondo aristocratico, dove il lusso e l’eleganza suggeriscono un’illusione di stabilità e ordine, dove i vizi della nobiltà e l’insipienza dei nobili vengono caricati quasi all’eccesso. Tuttavia, sotto la superficie, si avverte il fermento del cambiamento. Con l’ingresso del popolo e l’avanzare della rivoluzione, l’estetica si fa via via più cruda e realistica, riflettendo la violenza e il caos del collasso del vecchio regime. Questo progressivo disfacimento visivo accompagna l’intensificarsi della storia d’amore tra Chénier e Maddalena, che si sviluppa in parallelo al crollo delle vecchie strutture sociali.
Avremo in scena un cast fantastico e tutti al debutto in quest’opera. Segnalo tra tutti Angelo Villari tra le voci più belle nel panorama contemporaneo. Anche il
Coro Arché di Pisa sta dando una bella prova di generosità in questa produzione. Sono infine molto soddisfatto di aver trovato un palcoscenico che ben funziona grazie alla grande passione delle maestranze del teatro pisano. Sono sicuro che al pubblico piaceranno molto il nostro spettacolo e le sue straordinarie pagine musicali”.
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