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TeatroScuola /IIS Galilei Pacinotti - Liceo Classico "G. Galilei": "Antigoni"

Iniziative-diverse 
Pisa, Teatro Verdi, via Palestro 40

Pisa, Teatro Verdi
sabato 19 maggio 2018 ore 21

IIS Galilei Pacinotti
Liceo Classico “G. Galilei”
Il laboratorio teatrale "Il carro di Tespi" presenta

ANTIGONI
da Sofocle, J. Anouilh, M. Zambrano, M. Luzi, L. Milani

laboratorio attoriale e cura della messinscena Letizia Giuliani
coordinatore del progetto prof. Agostino Cerrai 
l'immagine dello spettacolo è di Vittoria Mariani

Personaggi e interpreti
Antigoni
Carla Barsanti, Giulia Carli, Agata Costanzo, Julia Favaro, Anna Ghignola,Sylvie Morel, Dafne Martina Stella, Marta Viaggi
Ismene Alice Mannino
Creonte Alberto Manca
Consigliere Caterina Mazzantini
Emone Francesco Fazzari
Guardie Francesco Agazio, Emilio Ferretti, Enrico Pesciatini
Messaggeri Giulia Arpone, Flavia Dargenio, Elena Rinaldi
Tiresia Nicola Carlesi, Giulia Gatti
Euridice Beatrice Longhi
Ancelle Giulia Bianchina, Lavinia De Rensis
Corifei Irene De Pasquale, Chiara Filippeschi, Edoardo Vanni

Coro Eugenia Afanasenko,Carla Bilotti, Ilaria Fracasso, Gaia Innesti, Giulia Pesola, Max Dennis Pilkington, Alessandra Polzella, Claudio Sabbatini ,Valentina Tamagno
e Giovanni Costamagna,Matilde Cini, Livia Giorni, Irene Graceffa, Emma Greco,Flora Ibrahimi, Sofia Malgieri, Luigi Olivero, Virginia Sfrecola

flauto traverso Luciana Maria Dibilio, Luisa Filippelli
canto lirico Fabiana Besseghini

con un intervento introduttivo tratto da Sette contre Tebe del Laboratorio Matteatro-IPSSAR Matteotti, coordinato dalla prof.ssa Silvia Pagnin


Biglietti: intero euro 12, ridotto studenti euro 7
in prevendita da giovedì 17 maggio al Botteghino del teatro e nel circuito vivaticket (per orari e modalità clicca qui)

classico 18 antigoni locPerché "Antigone"

“Il grido acuto, struggente” di Antigone scuote ancora le coscienze, così come ha già fatto molte altre volte, quando è riecheggiato nella Storia, attraverso le parole e le azioni di tante Antigoni, che, nella nostra ipotesi di messinscena, sono evocate da un coro di otto ragazze.
La potenza tremenda della parola si incarna in Antigone nella sua forma più pura, è energia che si libera nell'agonismo scenico.
È una parola che rappresenta la visione di un mondo “altro” rispetto alla saggezza ordinatrice di “questo” mondo (“Tu, Ismene, hai scelto di vivere, io di morire; tu avevi la saggezza del tuo mondo, io di un mondo diverso”) e diventa il segno di una netta dismisura che il Coro, alla fine, coglie perfettamente ed esprime lucidamente (“Anch'io – dirà il corifeo – davanti a quel che vedo, mi sento spostato fuori da quest'ordine”).
È una parola che proviene da un cerchio di solitudine estrema, ma fiera e colma di dignità (“è mia la morte, Ismene, è mio quello che ho fatto, che c'entri tu, basterò io a morire. Non ci sono lacrime per me, non un viso d'amico...”).
È una parola che pone con forza la questione dell'alterità tra il potere dell'umano e il territorio del divino (“io non potevo, certo per paura di un uomo, pagarne poi la pena con gli dèi”).
È una parola che sbaraglia paradigmi e categorie politico-giuridiche per attingere, tremante, alla fonte eterna di quel valore ultimo, il solo capace di significare le relazioni tra gli uomini, che è l'amore (“io sono fatta per amare soltanto”).
È, infine, una parola che emerge da una coscienza ostinatamente fedele a se stessa, a quelle leggi scritte nelle profondità dell'essere (“leggi non scritte e indistruttibili”), che non possono e non debbono esssere disobbedite, anche quando entrano, pericolosamente, in aperto contrasto con i codici normativi dello Stato.
E se, come scrisse don Lorenzo Milani nella sua indimenticabile Lettera ai giudici, la scuola buona “è l'arte delicata di condurre i ragazzi su un filo di rasoio: da un lato formare in loro il senso della legalità e dall'altro la volontà di leggi migliori, cioè il senso politico”, stare in compagnia di Antigone per un anno di laboratorio teatrale può essere, forse, esperienza di scuola buona.

 

Il laboratorio teatrale “Il carro di Tespi” nasce nel 1995 con l’obiettivo di educare alla lettura di un testo in prospettiva rappresentativa e di insegnare a cogliere la “fisicità” della pagina scritta nelle sue infinite possibilità di realizzazione scenica.  L’idea di teatro che si è inteso trasmettere è quella di una “comunità teatrale” nella quale non ci sono ruoli e gerarchie ma  solo  un  unico corpo teatrale capace  di far emergere via via ogni singolarità e pecularietà espressiva . Da alcuni anni il laboratorio si avvale delle competenze professionali dell’attrice e formatrice Letizia Giuliani, diplomata all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, che utilizza le linee-guida del metodo mimico del maestro Orazio Costa.



 
 

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